LA FORMAZIONE:
Fabrizio Bosso (tromba),
Julian Oliver Mazzariello (piano e rhodes),
Jacopo Ferrazza (contrabbasso e basso elettrico),
Nicola Angelucci (batteria)
IL CONCERTO
“WE WONDER” rende omaggio al genio musicale di Stevie Wonder. L’energia e la vitalità che caratterizzano lo stile inconfondibile di Stevie Wonder, la forza espressiva delle sue più celebri ballad, insieme alla tecnica e al lirismo unico della tromba di Fabrizio Bosso, la cura degli arrangiamenti e la personalità musicale di ciascun musicista del quartetto, sono tutti elementi che rendono unico e irripetibile questo concerto. Il repertorio prevede alcune delle canzoni più significative di Wonder, attingendo a un repertorio molto ampio che abbraccia un periodo che va dalla fine degli anni sessanta fino all’ultima pubblicazione del 2004: Another Star, Isn’t She Lovely, My Cherie Amour, ma anche Sir Duke e Moon Blue sono solo alcuni dei brani che verranno interpretati dal vivo. Non mancherà ovviamente Overjoyed: non è stata questa una scelta a caso, perché Overjoyed parla anche di sogni che si realizzano. È, infatti, un Fabrizio Bosso “felicissimo”, quello che interpreta la musica di Stevie Wonder, suo idolo sin da quando ha cominciato a suonare le prime note alla tromba, ma che rinnova con questo nuovo progetto anche la scelta fatta quando era poco più che adolescente, ovvero, diventare musicista. La tromba di Fabrizio Bosso, il pianoforte di Julian Oliver Mazzariello, il basso e il contrabbasso di Jacopo Ferrazza, la batteria di Nicola Angelucci sono i protagonisti assoluti di un omaggio ad uno degli artisti più iconici di tutti i tempi.
L’ARTISTA
FABRIZIO BOSSO imbraccia la sua prima tromba all’età di 5 anni e a 15 si diploma al Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino. Un approccio trasversale e senza preconcetti caratterizzerà tutto il suo percorso, nel quale avvicenda il profondo amore e il rispetto nei confronti della storia e della tradizione jazzistica al desiderio di confrontare il proprio linguaggio con altri mondi musicali.
Nel 1999 si aggiudica il TOP JAZZ come “Miglior Nuovo Talento”, risultato dello storico referendum della rivista Musica Jazz. Nel 2002 riceve il prestigioso riconoscimento della critica francese Django D’Or.
Una delle dimensioni più congeniali a Fabrizio Bosso è indubbiamente il dialogo a due e, dall’incontro con il vulcanico Antonello Salis, il trombettista comincia a sperimentare anche l’uso dell’elettronica. Il duo pubblica il disco “Stunt” (Parco della Musica Records, 2009), che si aggiudica il TOP JAZZ come miglior disco dell’anno.
Per Fabrizio Bosso la partecipazione a progetti altrui è un ingrediente fondamentale, anche quando possono apparire lontani dal percorso scelto.
Nel 2011 è nominato miglior trombettista dell’anno dal JazzIt Awards, riconoscimento che gli verrà in seguito tributato diverse altre volte.
Le collaborazioni importanti nel panorama jazz sono state innumerevoli, è importante ricordare Dino Piana, Marco Tamburini, Dee Dee Bridgewater, Dianne Reeves, Rita Marcotulli, Stefano Di Battista, Enrico Rava, Furio di Castri, Rosario Bonaccorso. Non mancano le partecipazioni, come solista, a progetti orchestrali guidati da direttori eccellenti come Wayne Marshall, Maria Schneider, Ryan Truesdell.
Nel pop sono molti i nomi illustri che hanno voluto il suono della tromba di Fabrizio Bosso ad impreziosire la loro musica, come Sergio Cammariere, al quale Fabrizio deve la sua prima apparizione al Festival di Sanremo. A Sanremo Fabrizio torna diverse volte anche con altri artisti: nel 2009 con Simona Molinari (“Egocentrica”), nel 2011 con Raphael Gualazzi, nel 2012 con Nina Zilli (“Per Sempre”) e poi nuovamente con Raphael Gualazzi nel 2013.
Inoltre, troviamo l’inconfondibile suono della sua tromba nei dischi di Renato Zero, Zucchero, Tiziano Ferro, Joe Barbieri, Claudio Baglioni e Franco Califano.
Accanto alle formazioni stabili Fabrizio prosegue la sua attività di ricerca attraverso tante partecipazioni, dalle quali raccoglie stimoli diversi e preziosi per il suo cammino artistico.
Senza mai rinunciare ad affrontare nuove esperienze, tenendo fede alla libertà che ha scelto sin dai primi passi da musicista e alla consapevolezza che ogni incontro ha qualcosa da insegnare, Fabrizio Bosso ha scelto la Musica come mezzo per raccontare la propria storia umana ed artistica, oltre che per condividere sé stesso, tanto con i suoi compagni di palco quanto con il proprio pubblico, sempre più vasto e fedele.